La spartizione cinese dell’Europa

Postuar në 21 Korrik, 2011 10:11

di Alessandro Aresu, Limes

Nell'ambito delle relazioni tra Europa e Cina, lo European Council on Foreign Relations ha pubblicato un report dal titolo provocatorio: "The Scramble for Europe". All'indomani della visita nel Vecchio Continente del premier cinese Wen Jiabao, il parere del senior researcher Ecfr.

The scramble for Europe” riprende la nota espressione coloniale “scramble for Africa”, per raccontare una nuova spartizione in atto - seppur con regole, tempi e culture diverse - e che caratterizza, negli aspetti geopolitici e geoeconomici, il rapporto della Cina con l'Europa. Limes ne ha discusso col senior researcher Ecfr e co-autore del report, Jonas Parello-Plesner.

LIMES: Quali sono gli episodi fondamentali della “spartizione cinese” dell'Europa?

PARELLO-PLESNER:La sua accelerazione è legata alla crisi europea del debito. Il primo aspetto riguarda le promesse cinesi sul debito di Grecia, Spagna, Portogallo, Ungheria (che ha giocato la carta dell'interessamento cinese per rassicurare i mercati). Il secondo punto è il rapporto diverso che c'è ormai con investimenti cinesi che sarebbero stati fortemente criticati cinque anni fa, e che ora sono ovunque benvenuti. In Italia, pensate agli investimenti di China development bank - tramite Mandarin capital partners - nel gruppo Miroglio. L'altro elemento degno di nota riguarda l'azione cinese nel campo delle infrastrutture.

LIMES: Il consigliere dell'Fmi Zhu Min ha detto recentemente: “Il problema principale dell'Europa è la crescita. Avete bisogno di sostenere il mercato unico se volete ritrovare la crescita”. Lei è d'accordo?

PARELLO-PLESNER:Zhu Min ha ragione. I cinesi in Europa espongono alcuni dei nostri difetti, e in questo senso possono avere un ruolo positivo. Il nostro mercato interno non è abbastanza efficiente, e il confronto con Pechino non può portare a una forma di protezionismo. Nella crisi del debito abbiamo visto la continua ricerca della stabilità, ed è corretto ricordare che la crescita è l'altro aspetto essenziale.

LIMES: In “The scramble for Europe” si cita l'affermazione tedesca “Ogni produttore di auto è felice dell'esistenza della Cina”. Qual è il ruolo della Germania nell'attivismo cinese in Europa?

PARELLO-PLESNER:La Germania, rispetto ai paesi che richiedono l'intervento cinese sul debito, ha un ruolo più ambiguo. Da una parte, come sappiamo, i rapporti commerciali sono cresciuti in modo sostenuto: la Cina è il terzo mercato per i tedeschi, e presto sorpasserà anche la Francia, un evento di rilievo se pensiamo all'asse franco-tedesco per il progetto europeo. D'altra parte, Berlino cerca di porre un'agenda che non vada in una sola direzione. Affrontano ancora la questione dei diritti umani e parlano di un vero commercio bilaterale, anche per inserirsi al meglio nella partita tecnologica della Cina del futuro.

LIMES: È possibile trovare una posizione comune tra i paesi mediterranei o orientali in cerca dell'intervento cinese e gli altri paesi europei?

PARELLO-PLESNER:Molti a Bruxelles sostengono che si debba passare per una nuova politica industriale. D'altra parte la questione commerciale tocca anche le differenze interne: i prodotti di alcuni paesi dell'Europa dell'Est non hanno la stessa qualità dei prodotti italiani, per esempio, per penetrare nel mercato cinese. La domanda riguarda la crisi europea nel suo complesso, e la risposta richiede una nuova fase di integrazione politica.

LIMES: Come vede la situazione italiana, visti i recenti sviluppi dei mercati finanziari?

PARELLO-PLESNER:L'Italia, come la Spagna, è troppo grande per fallire. Il fatto che entri in gioco renderà più urgenti le soluzioni che si stanno pensando sul piano europeo.

LIMES: Quale può essere il ruolo della Cina nelle infrastrutture?

PARELLO-PLESNER:Sulle infrastrutture, i cinesi sottolineano l'esperienza di successo dei paesi in via di sviluppo. Le necessità dell'Europa spesso non sono le stesse, come si è visto anche nel caso polacco, in termini di costi, di diritti, di regole. Ma dobbiamo considerare che le compagnie cinesi sono flessibili, hanno la possibilità di adattarsi.

Add new comment

Plain text

  • No HTML tags allowed.
  • Web page addresses and e-mail addresses turn into links automatically.
  • Lines and paragraphs break automatically.