Le tentazioni del potere Qualità e debolezze di un leader

Postuar në 18 Shkurt, 2014 03:22

«Ci metterò tutta l’energia, l’entusiasmo e il coraggio che ho», ha detto Matteo Renzi, accettando l’incarico di formare il governo. Affermazione rassicurante, ma prevedibile: a 39 anni, energia ed entusiasmo non mancano; e il coraggio, siamo certi, si trova. Il nuovo presidente del Consiglio dovrà fare di più. Dovrà tirar fuori le sue qualità e vincere le proprie debolezze: perché la sua prima volta è forse la nostra ultima spiaggia.
L’Italia è l’unico Paese d’Europa che ha visto calare il prodotto lordo pro capite - un comune indicatore di benessere - dall’introduzione dell’euro sui mercati (1999). Non possiamo, perciò, prendercela con la nuova moneta: ce l’avevano anche gli altri. Dobbiamo prendercela con le nostre pigrizie e le nostre ipocrisie, che la politica ha accarezzato, invece di combattere.
Come ogni nuovo capo di governo, Renzi godrà di cento giorni di luna di miele con l’opinione pubblica. Forse qualcuno di meno, considerato il modo irrituale (e sbagliato) nel quale ha sloggiato il predecessore. In questo (poco) tempo dovrà dimostrare di avere obiettivi chiari, sfruttare le nostre risorse (indiscutibili) ed evitare tentazioni (inevitabili).

Le tentazioni del carattere, per cominciare. Matteo Renzi, secondo le migliori tradizioni regionali, è impulsivo e impaziente. Due caratteristiche utili, in mezzo a tanta rassegnazione: a patto di non esagerare. L’Italia è stordita dagli annunci: ha bisogno di fatti. Ieri il presidente del Consiglio incaricato ha promesso la riforma del lavoro in marzo, la riforma della Pubblica amministrazione in aprile e la riforma del Fisco in maggio. Tre mesi per tre cose che aspettiamo da trent’anni? Auguri.

Matteo Renzi dovrà guardarsi dalla popolarità. Un leader deve condurre: non seguire umori, applausi e sondaggi. Deve passare alla storia, non passare l’estate. Per far questo, occorre resistere alle lusinghe degli adulatori: a Roma sono molti, abili e instancabili. Renzi si circondi di persone capaci, oneste e sincere: ne avrà bisogno. La palude italiana - evocata nel giorno del congedo di Enrico Letta - non è popolata solo di aironi e fenicotteri: ci sono rospi, bisce e coccodrilli. Alcuni già si muovono a pelo d’acqua, cercando di avvicinare la nuova preda. Stia attento ai conflitti d’interesse, il nuovo capo: chi comanda non può fare affari, neppure per interposta persona.
Se mescolerà entusiasmo e prudenza, Matteo Renzi potrà andare lontano: il coraggio e l’ambizione non gli mancano. Neppure la consapevolezza che l’Italia sta accumulando ritardi drammatici, in molti campi. È inutile proporre rimedi ordinari in tempi straordinari. Ma bisogna correre insieme, per una volta.

Non si può molestare gli italiani con imposte confuse e continue, invocando l’emergenza finanziaria, e ignorare che il Fondo Unico Giustizia, incaricato di raccogliere i beni confiscati alle mafie, dispone di «978 milioni di risorse liquide, 2,1 miliardi di risorse non liquide (titoli, ndr ) e circa 30 miliardi d’aziende e beni immobili», come ha riferito il sottosegretario Luigi Casero in Parlamento e Gian Antonio Stella ha riportato sul Corriere . Con quei soldi sapete quanti asili, scuole, strade e argini si sistemano? E quanti ragazzi si assumono?

Il compito che attende Matteo Renzi e la politica italiana è impegnativo, ma non impossibile. Gli elettori, davanti a un governo serio, si comporteranno seriamente. Ma guai a illuderli e deluderli, com’è accaduto tante volte in passato. Perché la speranza delusa si chiama rabbia. Qualcuno che la raccoglie e la sfrutta si trova sempre.

 

Il Corriere dela Sera, Beppe Severgnini

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