Conferenza Stampa di Monti: «Ora il pacchetto "cresci-Italia"

Postuar në 29 Dhjetor, 2011 08:09

IL MATTINO.it            Giovedì 29 Dicembre 2011  - 15:00

ROMA - Dopo il decreto "salva-Italia" arriva il pacchetto "cresci-Italia". Così il presidente del Consiglio Mario Monti, nella conferenza stampa fiume di fine anno, ha ribattezzato i provvedimenti allo studio del governo per rilanciare la crescita. Il premier nel tradizionale incontro annuale con i giornalisti ha parlato per quasi tre ore e ha risposto a 31 domande di 23 cronisti.
Arriva il pacchetto "cresci-Italia". «Dopo il pacchetto "salva-Italia" da oggi non avrei obiezioni se decideste di chiamare la fase che comincia "cresci-Italia"», ha detto il premier. In arrivo anche la riforma del mercato del lavoro, con le prime misure che saranno presentate entro il 23 gennaio prossimo, quando ci sarà un nuovo vertice europeo. Monti ha poi ammesso che la manovra appena varata «può avere effetti recessivi» ma che non farla avrebbe fatto scoppiare il sistema. Il premier ha poi citato l'ex premier Silvio Berlusconi e chiesto ai giornali più ottimismo.

«La fase della crescita è in sintonia con consolidamento conti». «La fase della crescita è in sintonia con il consolidamento dei conti pubblici. Non esiste consolidamento sostenibile dei conti pubblici se il famoso denominatore - il pil - non cresce adeguatamente», ha aggiunto il presidente del Consiglio.

Non serve nuova manovra. «Nessuno pensi né che occorre un' altra manovra, nel senso classico della restrizione, né che siccome è stata fatta una manovra, e robusta, adesso la fase della crescita significhi larghezza finanziaria», ha affermato ancora il premier. «La fase della crescita - ha aggiunto - è in sintonia con l'esigenza di continuare il consolidamento dei conti pubblici». 
Manovra può essere recessiva, ma senza sistema sarebbe scoppiato. Quella varata dal governo «non è una manovra espansiva come dicono bene gli economisti o altri che sottolineano la recessione. È sensato, ma non dicono una cosa che coglie il momento storico: l'alternativa, cioè il non fare questa manovra, avrebbe comportato per l'Italia il rischio di un'esplosione recessiva», ha detto ancora il premier invitando tutti a ricordarsi «a come eravamo fino a pochi mesi fa. Noi - ha proseguito - abbiamo tenuto presente la stretta necessità e l'urgenza obiettiva e cioè ridurne l'impatto recessivo, il non farla avrebbe avuto un'effetto ancora più recessivo facendo scoppiare il sistema». «Abbiamo avuto cura dell'equità - ha assicurato quindi Monti - cercando di attutire gli impatti recessivi. Questo può non essere gradito ai titolari di patrimoni più tassati o tassati per la prima volta, ma il fatto di aver risparmiato il lavoro e l'impresa dai maggiori oneri gioca nel senso dell'equità e nel senso di moderare effetti recessivi».
Fondamentali economia non giustificano spread così alto. «Sicuramente nei fondamentali della nostra economia non c'è nulla che giustifichi uno spread così alto», ha sostenuto Monti riferendosi alle oscillazioni del differenziale fra il rendimento dei Btp decennali e i Bund tedeschi. Il premier, a proposito di una domanda su «quale sia lo spread giusto», ha poi aggiunto: «Per un economista non c'è domanda più difficile che quella sul prezzo giusto». 
Non divinizzare né demonizzare lo spread. «Guardo anch'io l'andamento dello spread» nel corso della giornata ma «senza divinizzarlo quando scende e demonizzarlo quando sale», ha poi sottolineato Monti. «Gli acquisti da parte della Bce dei titoli italiani si sono diradati nel periodo più recente e possiamo essere un pochino più sollevati perché c'è una tendenza dello spread a decrescere malgrado gli acquisti siano quasi cessati», ha aggiunto Monti mostrando con un grafico l'andamento dello spread Btp-Bund. 
Monti ha quindi sottolineato che è mancato il sostegno delle autorità europee. Il vertice europeo dell'8 e 9 dicembre ha provocato «grande delusione» sui mercati finanziari, perché i firewall anticontagio «sono stati inferiori al previsto», in particolare dopo il via libera alla manovra il 6 dicembre scorso, ha spiegato il premier. «Chiunque abbia visto l'analisi dei mercati finanziari - ha detto - avrà visto grande delusione non per tutto il risultato del vertice europeo, ma perchè i firewall sono stati inferiori al previsto. Per questo c'è stata una delusione generalizzata».
Lotta strutturata all'evasione. «Cosa c'è di più strutturale in una manovra del conferimento di poteri per fare la lotta all'evasione?», si è chiesto il presidente del Consiglio, sottolineando che le forze in campo nella lotta all'evasione «ci hanno dato attestato del fatto di aver messo a loro disposizione con il decreto salva-Italia strumenti per il contrasto quotidiano alla lotta all'evasione che mai avevano avuto disposizione».
«Sarebbe stato rovinoso per l'Italia, visti i forti dubbi di credibilità, non passare alla fase di rigorosa attuazione degli impegni presi anche in contropartita dell'intervento della Bce. Era un atto dovuto. Da oggi passiamo agli atti voluti», ha proseguito Monti.

Riforma lavoro delicata. «Le prossime settimane saranno dedicate alla crescita - spiega Monti - che però non fa uso del denaro pubblico anche perché ce n'è poco, ma fa dell'equità la leva. Noi siamo convinti che l'operazione volta a liberare le energie, le liberalizzazioni e la concorrenza, e lo stimolo del capitale umano attraverso l'università e la ricerca e la riforma impegnativa e essenziale del mercato lavoro hanno come finalità la crescita e l'equità». La riforma degli istituti del mercato del lavoro sarà volta, ha aggiunto Monti «a favorire il lavoro non precario per i giovani». 

Negoziato con parti sociali. Sulla riforma del mercato del lavoro «ci sarà il negoziato con le parti sociali che richiedono più negoziato del sistema
pensionistico ma tutto dovrà essere condotto con una certa rapidità», ha avvertito Monti, spiegando che quello del lavoro è «un cantiere delicato e importante. Negli ultimi anni ci sono stati progressi nell'organizzazione e sulle normative del mercato del lavoro, sappiamo che ci sono ancora eccessive segmentazioni e che queste nuocciono ai giovani. Quindi il nostro governo avrà un dialogo e un negoziato con le parti sociali in materia di lavoro che richiede più negoziato del sistema pensionistico ma tutto dovrà essere condotto con una certa rapidità».
«Faremo di tutto per evitare tensioni sociali», ha poi assicurato il presidente del Consiglio rispondendo a una domanda che proponeva un parallelo fra l'Italia e la Grecia. 
Non esclusi interventi su stock debito. «Non escludo niente. Ci sono ipotesi interessanti avanzate da esperti ed analisti ma molto più importante è che eventuali operazioni sullo stock, coerenti con i mercati, vengano dopo logicamente e temporalmente al serio e duro lavoro sui flussi», ha detto il premier.
Avanti con le liberalizzazioni. Oltre al mercato del lavoro, anche la concorrenza sarà tra i primi temi affrontati dal Governo nel realizzare misure per la crescita, con un orizzonte temporale vicino, entro il mese di gennaio, ha indicato Monti ricordando le scadenze europee che l'Italia deve affrontare. «Il nostro paese si propone attraverso un grande sforzo condiviso e concentrato nelle prossime settimane e nei prossimi mesi - ha detto - di attuare misure a favore della crescita». «I tempi - ha proseguito - saranno ancora una volta piuttosto veloci, non ci è dato lavorare con calma. L'Europa ci attende con interventi calendarizzati all'Eurogruppo il 23 gennaio» e al «Consiglio europeo il 30 gennaio». In vista di tali scadenze Monti ha parlato di «sforzo intenso e spero ben distribuito sul fronte della concorrenza e delle liberalizzazioni».
Declino augurio a restare in politica. «Se lei mi ha fatto un augurio la ringrazio ma declinerei», ha poi rispoto il premier in conferenza stampa sulla possibilità che il suo rapporto con i partiti possa diventare più duraturo con un impegno in politica.
Crisi, serve risposta comunitaria. «I problemi che oggi vivono i mercati è prima di tutto europeo, a cui serve una risposta solidale e comunitaria», ha detto il premier.
Il premier cita Berlusconi. Parlando della manovra Monti ha quindi citato l'ex premier parlando dell'ottimismo come fattore psicologico che può aiutare ad uscire dalla crisi: «Vorrei chiudere la mia risposta con un frase del mio predecessore che disse nella conferenza stampa di fine anno dell'anno scorso e che io guardai vedendola come una cosa lontana. Nella parte finale che, io condivido, Berlusconi disse che serviva un bagno di ottimismo perché nella crisi il fattore psicologico è importantissimo ed invitò i giornali a non parlare solo delle cose negative. Io evito di fare inviti ai giornali, ma sono sicuro che lo sforzo che stiamo facendo è una cosa che può giustificare un moderato ottimismo».
Il look di Monti. Gessato grigio chiaro, camicia azzurro polvere, cravatta a piccoli disegni geometrici sempre sul grigio. È il look scelto dal premier Mario Monti per la sua conferenza stampa di fine anno, che non si svolge nei saloni di Villa Madama come quelle del precedente governo ma in una sala negli spazi della presidenza del Consiglio nella Galleria Colonna.

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